Osservatorio Innova-re
Il mercato residenziale italiano è stato caratterizzato da una rilevante contrazione del numero delle compravendite infatti risulta che queste siano passate da 808.828 nel 2007 a 444.018 nel 2012 in calo quasi del 50%, anche nel 2013 il trend sembra mantenersi negativo anche se le percentuali sono in percentuali minori (Ance, 2013).
Il mercato delle abitazioni è un settore strategico per la ripartenza dell’industria edile e in generale dell’economia del Paese. Infatti, il governo sta cercando di individuare nuovi provvedimenti che possano dare un nuovo slancio al mercato residenziale. Gli interventi per favorire l’incremento delle compravendite però non prendono in considerazione i potenziali investitori esteri, in particolare quelli non comunitari, che vorrebbero investire nel real estate in Europa e in particolare in Italia. Infatti risulta che le persone abbienti dei nuovi paesi emergenti stiano cercando una seconda abitazione al di fuori dei loro Paesi nativi.
Un recente articolo del “The Sunday Times” ha mostrato come, nell’arco del 2012, oltre mille investitori cinesi hanno comprato una casa a Cipro per usufruire dei vantaggi della nuova legge sul permesso di soggiorno. Infatti la nuova normativa cipriota prevede che se un cittadino non-EU compra una casa di un valore minimo di 300.000 euro ed ha una pedina penale pulita e deposita in una banca cipriota almeno 30.000 euro per tre anni allora può far richiesta del “Permanet Residency Permit”.
La politica attuata dal governo cipriota, nell’attirare capitali cinesi nel proprio paese per ridare vita al mercato immobiliare, è giustificata dal fatto che nel 2011, secondo Juwai.com (portale cinese specializzato in immobili internazionali) gli investitori cinesi hanno speso oltre 22 miliardi di euro per residenze fuori dai confini della Cina e che nel 2012 ha raggiunto i 38 miliardi di euro. Le persone che hanno una ricchezza sufficiente per investire in una proprietà immobiliare all’estero sono oltre 60 milioni e statisticamente la percentuale della tipologia d’investimento nel real estate estero, di questi soggetti, è oltre il 50%. Secondo uno studio della Hurun Report (2012), le principali ragioni di un cittadino cinese nell’investire nell’immobiliare estero sono: l’educazione dei propri figli, una maggior facilità nell’emigrare, i bassi prezzi delle proprietà, la qualità della vita migliore e la possibilità di girare liberamente, oltre al fatto che l’investimento immobiliare è un investimento stabile e simbolo di ricchezza e status sociale.
Altri paesi europei, oltre Cipro, stanno cercando di attirare investitori cinesi nel settore del real estate, garantendoli un permesso di soggiorno “ad hoc” sempre legato soprattutto all’acquisto di una proprietà di un certo valore. Questo mercato ha grandi potenzialità come è dimostrato dal fatto che nell’ultimo triennio i compratori cinesi di immobili in Uk è salito del 500%. I paesi che si stanno muovendo maggiormente per invogliare gli investitori cinesi sono quelli che hanno risentito maggiormente della crisi finanziaria e quindi successivamente di quella immobiliare. Infatti oltre a Cipro, anche la Grecia, Malta, il Portogallo e ultimamente la Spagna si sono mossi per predisporre un permesso di soggiorno per coloro che investono nel real estate locale. A Malta e in Grecia, per ottenere il “Residence permit”, basta acquistare un’immobile per un valore pari a 250.000 euro, mentre in Spagna e Portogallo il valore della proprietà deve essere di almeno 500.000 euro. L’interesse degli investitori cinesi verso questi Paesi però non è dovuto solo al Paese in sé dove prendono la residenza ma in quanto questo permette all’acquirente e alla sua famiglia di poter viaggiare liberamente all’interno dell’Unione Europea e di far studiare i propri figli nelle scuole europee. Ovviamente dal punto di vista dell’investitore cinese ci sono alcuni limiti in questo business, ovvero alcuni paesi per mantenere la golden visa richiedono un periodo minimo di residenza fisica in quel determinato paese; per esempio il Portogallo richiede che il primo anno stia almeno 7 giorni e negli anni successivi almeno 14 giorni ogni due anni oltre al fatto che l’acquirente cinese dovrà corrispondere al paese le rispettive tasse legate all’immobile.
La destinazione preferita dal 37% degli investitori cinesi, secondo un articolo di Monitorimmobiliare del giugno 2013, risulta essere l’Italia dopo Germania e Francia e prima dell’UK. Questo interesse dell’Italia è dovuto al fatto che per i ricchi cinesi la nostra nazione è la sesta destinazione più popolare per il turismo oltre al fatto che ora come ora in Italia si possono fari ottimi affari dovuto al fatto che i prezzi sono ai minimi storici. Ulteriori elementi che determinano l’Italia come un ottimo paese in cui investire sono stati individuati dell’ambasciatore Bradanini nel discorso di introduzione del “Seminar on real estate investment in Italy”, nel quale evidenziava che il mercato immobiliare è uno dei più stabili e che se l’investitore cinese cerca un’immobile in una città storica allora il mercato italiano ha le caratteristiche giuste. A differenza però degli altri paesi europei che si sono già mossi a livello normativo per dare una legislazione chiara e definita su chi può richiedere il visto per residenza elettiva, per esempio con la definizione del valore dell’immobile da acquistare, in Italia ancora non è avvenuto.
L’Italia quindi, per stare al passo con gli altri Stati dovrebbe predisporre un testo normativo che possa determinare in modo univoco le caratteristiche per richiedere il visto in modo tale da poter far confluire la ricchezza straniera in Italia anche perché i numeri che Junwai.com sottolinea nel suo sito internet sui compratori cinesi non sono certo irrilevanti. Infatti l’Italia a livello di qualità della vita e di bellezze architettoniche certo non è inferiore a nessun altro paese,anche se a livello burocratico dovrebbe essere meno ingessata.
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